TAV Venezia - Trieste: Cancellato il tracciato
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Rovigo, lì 28/03/2014 Comunicato stampa
TAV Venezia - Trieste: Cancellato
il tracciato litoraneo dal Governo
Legambiente: “giusta e pesante sconfitta per la Giunta veneta e
l'Assessore Chisso” “Importante vittoria contro la devastazione e lo
scempio del territorio che dimostra ancora una volta l'inadeguatezza
dell'Assessore Chisso e della giunta veneta”
Buone notizie giungono dal fronte del
trasporto ferroviario in Veneto. Due giorni fa
infatti, il ministro Lupi dichiarava
ufficialmente che “L’alta velocità tra
Venezia e Trieste
va avanti.
Abbiamo deciso di abbandonare il vecchio progetto del 2010 e di sbloccare la
progettazione
di un nuovo tracciato, che ha già il consenso del territorio per il tratto
veneto, presto
arriveranno le osservazioni dal Friuli Venezia Giulia.”
Legambiente, associazioni di agricoltori,
comitati locali, amministrazioni comunali e
cittadini plaudono dunque alla decisione
del Ministero delle Infrastrutture di cancellare il
progetto di tracciato cosiddetto
litoraneo dell'Alta Velocità. Anni di battaglie, iniziative,
comunicati e lettere che sollevavano
l'incredibile consumo di suolo agricolo, l'inefficacia
del tracciato litoraneo, i costi
spropositati e la necessità, di contraltare, di
ammodernamento e miglioramento delle
infrastrutture esistente, sembrano essere
finalmente serviti ad evitare l'ennesima
grande opera inutile calata sul territorio veneto.
Calata sul territorio nemmeno tanto
secondo Legambiente, poiché fu proprio la Giunta
regionale a volere, o meglio ad imporre,
la progettazione di tale tracciato, zittendo ogni
protesta ed ogni proposta alternativa
avanzata dai territori, per mano e bocca del suo
Assessore incaricato Renato Chisso.
“Oggi, dopo una lunga battaglia – afferma
Gigi Lazzaro, Presidente di
Legambiente
Veneto – possiamo finalmente mettere una
pietra sopra lo scellerato
progetto disegnato da Regione Veneto e
RFI che, fino a pochi giorni fa, è bene ricordarlo,
era sostenuto con particolare veemenza
dall'Assessore Chisso come dal presidente Zaia.
Certamente siamo sempre più preoccupati
da questa dicotomica Giunta regionale, che
dice il contrario di quello che fa fino a
quando non viene sbugiardata, ma in ogni caso –
prosegue
Lazzaro – siamo ben felici che abbiano
riflettuto e si siano finalmente resi
conto che quel progetto avrebbe portato
la devastazione di uno dei pochi tratti di
territorio veneto ancora non coperti da
infrastrutture pesanti. Consigliamo quindi di
ripetere l'esercizio di riflessione per
le altre decine di inutili opere infrastrutturali che
minacciano di cancellare per sempre la
bellezza dai nostri territori”.
La luce sembra essere tornata a palazzo
Balbi, tanto che, all’improvviso, ci si ricorda
anche dell’esistenza del collegamento
leggero Mestre-Aeroporto preferendolo al
devastante progetto della SAVE, società
che gestisce l’aeroporto Marco Polo di Venezia, e
del suo presidente Marchi, che avrebbe
desiderato un tunnel di otto chilometri sotto la
laguna creando un impatto ambientale
enorme, compromettendo la stabilità geologica
dei suoli, con costi faraonici e senza
portare un reale beneficio per i cittadini ed
incentivando, anzi, il turismo di massa.
L'Ufficio
Stampa
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Legambiente vuole sottolineare come
questo collegamento, così come la sistemazione
della linea dei bivi (cintura di Mestre),
oggi finanziato dal Governo con i fondi per la TAV,
rientrasse in realtà nel progetto del
Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale,
individuato nel PTRC nel lontano 1992 ma
fermo da anni perché la Regione non investe
sul trasporto su ferro, preferendo le
strade o i parcheggi. Il Veneto è, infatti, come
riportiamo e ripetiamo nel nostro
rapporto annuale Pendolaria, una delle regioni italiane
che investe meno su questo settore: solo
lo 0,31% del proprio bilancio, quasi allo stesso
livello della Calabria e ben al di sotto
della media nazionale.
E la Regione sembra proprio non voler
cambiare atteggiamento visto che nella stesura
dell’ultimo bilancio 2014 sono state
cassate tutte le richieste di stanziare risorse
aggiuntive per il completamento del
sistema metropolitano regionale come per ogni altro
servizio di trasporto ferroviario.
Dobbiamo ricordare che tra i sostenitori
del collegamento in galleria con l’aeroporto vi
fu l’ex amministratore della Mantovani
SpA, Piergiorgio Baita, in manette per
associazione per delinquere finalizzata
all'evasione delle imposte mediante emissione e
utilizzo di fatture false, che arrivò a
proporne la costruzione, guarda caso, in project
financing. Metodo così in voga in Veneto
ed estremamente costoso per i cittadini.
Altra importate questione per Legambiente
è quella del consenso. Il tracciato litoraneo
non ha mai avuto consenso e le
associazioni ed i cittadini hanno sempre sostenuto ciò
che oggi sembra avverarsi: la necessità
di adeguare e ammodernare l'esistente. Il
tracciato del percorso veneto al
contrario è stato stabilito a tavolino dalla Regione, la
quale ha sprecato circa 8 milioni di euro
in progettazione senza ascoltare la voce del
territorio, in barba del diritto di
partecipazione e informazione dei cittadini. Per questo
Legambiente ha presentato un ricorso alla
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro
questo metodo che non tiene nemmeno conto
delle direttive europee sulle grandi opere.
“Se oggi dopo questa pesante sconfitta – conclude Lazzaro – la Regione non
avesse
ancora capito che l'avvio di un percorso
di progettazione di un nuovo tracciato deve
vedere coinvolta la società civile -che i
fatti dimostrano essere stata più lungimirante e
competente della politica- cogliamo
l'occasione per ricordare che al contrario di quanto è
stato dichiarato dal Ministro Lupi non esiste
alcun consenso del territorio su di un nuovo
progetto (peraltro ancora inesistente) e
che sarà necessario coinvolgere i territori ed i
cittadini sin dalle prime fasi di questo
nuovo percorso progettuale per attivare, da subito,
i necessari tavoli di confronto che
evitino il generarsi di conflitti profondi e lo spreco di
risorse economiche.
Ufficio stampa Legambiente Veneto
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